21/10/15

IAMX - Metanoia




"Per quanto ci spogliamo di ciò che abbiamo indossato, non raggiungiamo mai la nudità, perché la nudità è un fenomeno dell'anima, e non un togliersi il vestito."
 (Fernando Pessoa, "Il libro dell'inquietudine")



Ho pubblicato l'articolo "IAMX - Metanoia" sulla webzine "Ondarock" a questo link: click.




(2015, Autoproduzione./ Elettrodark, Indietronica)


Chris Corner è così. Dategli uno sfondo nero, dei lustrini e l’atmosfera giusta e ne tirerà fuori un capolavoro. Ed è in questo modo che ci accoglie nel video “Happiness”, che ricorda ma supera quello di “Tear Garden” (singolo del 2009): in esso ritroviamo tutto l’universo del progetto IAMX, espresso con più essenzialità rispetto al passato, nonostante la visionarietà lenta e manierista, quasi sorrentiniana, delle immagini.
Sullo sfondo nero si staglia un volto anziano, grave, profondamente leonardiano, e già dai primi secondi si capisce che quello all’interno di “Metanoia” sarà un viaggio nella penombra, tra voci schizoidi e lusinghe di speranza.

Se con “Volatile Times” e “The Unified Field” si era fatta strada l’idea che IAMX sarebbe potuto diventare oggetto del grande pubblico, con “Metanoia” questa idea appare già più lontana. Nonostante la formula in sé non sia cambiata, sempre a cavallo tra elettronica ed acustica, i suoni, anziché farsi compiacenti, si chiudono, necessitando di più ascolti per essere colti appieno, e trovano il proprio baricentro melodico in un’elettronica convulsa, accompagnata da onnipresenti cori, veri e propri echi della voce dello stesso Corner, o talvolta anche parte attiva della melodia, come in “The Background Noise”, impregnata di un’inquietudine tutta moderna. Non è un caso, infatti, che Corner passi da uno stato emotivo all’altro anche per mezzo della propria voce, che ora si allunga, altissima, su febbrili e spasmodici scogli dance in “Aphrodisiac”, apogeo edonistico della sua produzione, mentre ancor prima lo troviamo a delirare in falsetto nelle strofe di “Insomnia” per poi chiedere lucidamente aiuto, avendo preso coscienza della propria momentanea perdita di controllo.




Per tutta la durata delle undici tracce la sensazione è quella di ritrovarsi a camminare in un ruscello d’acqua fresca a piedi nudi, nella notte, respirando a pieni polmoni e meravigliandoci della purezza e bellezza del “buon lavoro di milioni di anni”, per poi, l’attimo successivo, spaventarci dei rumori e rinchiuderci nel terrore. Ecco, “Metanoia” è così: intossica, disturba, ma al contempo riscalda d’una tiepida luce crepuscolare. E una volta abbandonato l’ascolto, sembra essere impossibile separarsi dalla sue ballate nostalgiche: la già citata “Insomnia”, “Look Outside”, che è una preghiera dolce alla nuova città di Chris Corner, Los Angeles, in cui si è trasferito dopo anni di oscurità vissuti a Berlino, e la conclusiva “Wildest Wind”, pianto silenzioso del cuore. Ma non disperino gli amanti di quell’IAMX più cabarettistico, perché per loro Chris Corner ha creato “Oh Cruel Darkness Embrace Me", forte d’un rumorismo futurista che pure strizza l’occhio al passato, né coloro che ne hanno sempre amato la tendenza alla sontuosità sonora–perché sì, IAMX è pomposo, sontuoso, opulento nella sua ricerca di emozioni in musica, prendere o lasciare- perché potranno immergersi in “North Star”, che con il suo mood da club darà il meglio di sé nei live, monologo finale compreso, e in “Say Hello Melancholia”, appiccicosa e inebriante come poche.



L’elettro-dark di IAMX trascende le mode e, pur essendo, in soldoni, un amalgama di sonorità synth pop ed elettronica dal piglio futuristica, riesce ad avere sempre un punto di forza che molti artisti non raggiungeranno in tutta la loro carriera: una visione profondamente personale, spirituale, intensa, un’atmosfera evocativa e inconfondibile, che è sua soltanto. E “Metanoia” è solo una conferma, che non fa altro che rendere più piena e lucente questa “preziosa beatitudine schizoide e transitoria” che è la musica. Che è la vita.






(19/10/2015)




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