27/06/14

In difesa di PETE DOHERTY, tossico geniale




"Senza la pazzia che cos'è l'uomo se non bestia sazia,cadavere differito che procrea? (Fernando Pessoa, "Il poeta è un fingitore)


Viaggio nell'universo dohertiano al di là del gossip, tra topos letterari e musica mitologica




Pete Doherty è un cantautore e musicista inglese, co-fondatore con l'amico-nemico di sempre Carl Barat del gruppo musicale "The Libertines" e, in seguito, fondatore di un'altra band, i "Babyshambles".
Eppure, quando il suo nome viene fuori, in special modo tramite i mezzi di comunicazione, sembra che Doherty sia conosciuto al mondo per soli tre motivi: il primo è il suo rapporto con le droghe, il secondo è il suo rapporto con Kate Moss e il terzo è il rapporto di Doherty e Moss con le droghe.
Per questi e altri motivi, Doherty è stato uno dei personaggi più controversi degli anni '2000; nessuno come lui ha smosso l'opinione critica e i tabloid dai tempi degli Oasis. Possibile, però, che così pochi si siano soffermati, se non sul suo aspetto umano, perlomeno su quello prettamente artistico? Io ritengo che Doherty sia un artista a tutto tondo, non settoriale, capace di complementare il rock con la scrittura. Di seguito, dunque, un profilo del cantautore, e dal punto di vista letterario, e dal punto di vista musicale.
         Il musicista britannico ha, infatti, sempre avuto e coltivato una spiccata sensibilità letteraria, sin dai tempi della scuola, quando si dedicava alle prime letture (George Orwell, Graham Green, Emily Dickinson, Rimbaud, Baudelaire e Verlaine). All'età di 16 anni vince un concorso di poesia indetto dal British Council che gli permette di intraprendere un viaggio in Russia. Qui si approccia per la prima volta a Dostoevskij e alle avanguardie novecentesche ¹. Successivamente viene ammesso per un corso di laurea in inglese alla "Queen Mary, University of London", una delle più prestigiose università inglesi, salvo abbandonare gli studi al primo anno. Di quel periodo è l'incontro con Barat, con cui condivide alcune letture, tra cui il Marchese De Sade, Karl Huysman, Dylan Thomas, e i due fondano i Libertines.






         Furono senza dubbio proprio i Libertines, insieme ai newyorkesi The Strokes, a dare la spinta propulsiva all'indie rock, genere fondamentale per la musica leggera attuale.
 Mica pizza e fichi, mi verrebbe da dire. Tra le altre cose, sia durante la sua breve carriera solista, che con i Libertines e anche con i successivi Babyshambles, fondati in seguito alla rottura -momentanea- con Barat, Doherty è stato non solo cantante e chitarrista, ma anche l'autore di tutti i testi delle canzoni. La sua è una poetica dandy e romantica all'interno di una musica spesso caotica, i cui confini sono difficilmente ravvisabili, e probabilmente questo dev'essere uno dei punti che i detrattori gli contestano. Sicuramente il cocktail sonoro creato da Doherty nei suoi brani può inizialmente spiazzare l'ascoltatore: assimila il meglio del pop albionico e lo rielabora secondo la lezione punk (non è un caso che Mick Jones, chitarrista dei Clash, abbia prodotto alcuni album di Libertines e Babyshambles).



Due i topos nodali della poetica dohertiana: Arcadia e Albione, in entrambi i casi possiamo dire che si tratta di locus amoenus, sebbene il primo sia evidentemente influenzato dallo studio dei classici greci mentre il secondo dallo studio della letteratura inglese romantica (Blake, Coleridge), ma in entrambi i casi si tratta quasi di stati mentali, di raffigurazioni ideali dall'aspetto vagheggiato e nostalgico, eppure pregne di personale modernità. Altre volte, invece, Doherty utilizza un linguaggio forte e dinamico, anche infarcito di parolacce e volgarità ("What a waster"), oppure gioca sapientemente con le parole, distruggendo e creando nuove relazioni tra significato e significante ("Fuck Forever"), dimostrando di aver appreso anche la lezione della poetessa Sylvia Plath.
Alla luce di tutto quello che abbiamo detto, non vedo perché non si possa rivalutare la figura di questo musicista talentuoso e ispirato. Forse in molti hanno in mente un'immagine sbagliata di Doherty, quella del musicista tutto sesso, droga e rock'n'roll, spregiudicato, vanesio e sicuro di sé, che non potrebbe essere più lontana dalla realtà. Infatti basterebbe informarsi appena o  guardare qualche intervista per capire che il temperamento di Doherty è quella di una persona sensibile, cortese, umile e innamorata della musica, ma anche stralunata, un po' dandy. Non a caso, contrariamente a quanto i più credano, l'anima forte dei Libertines è sempre stata Barat, mentre Pete incarnava l'aspetto più fragile e intimo della band.




Certamente alcuni comportamenti di Doherty non sono stati dei migliori, come quando ha disertato i concerti di Milano e Roma la scorsa primavera perché, a detta delle fonti ufficiali, aveva perso l'aereo ². Non presentarsi agli spettacoli quando duemila fans erano già là ad aspettarlo è stato un comportamento depracabile, affatto professionale e corretto.
D'altro canto, non si può certo dire che il cantautore non ami i suoi fans e non abbia sempre cercato un approccio sincero e diretto con essi. Fu proprio lui, insieme a Barat, ad inventarsi le cosiddette "guerrilla gigs": i due improvvisavano concerti all'ultimo minuto, senza pubblicità o sponsorizzazioni, in qualsiasi luogo. E anche in seguito alla rottura con l'amico, Doherty ha continuato a farlo, cantando in bar, appartamenti, kebabberie, strade..., consuetudine poi ripresa da alcuni gruppi musicali odierni, che si fanno però sponsorizzare, tradendo così lo spirito primario delle "guerrilla gigs". Per non parlare di quando il padre di una sua giovane fan lo chiamò per chiedergli di suonare al compleanno della figlia. Doherty accettò per la cifra simbolica di 100 sterline e, davanti ai pochi presenti, improvvisò un set acustico con tutte le sue canzoni più famose 3.


In conclusione, mi sento di invitare il lettore a mettere da parte le fotografie di Doherty che si inietta eroina su un volo Londra-Parigi prima di un concerto, le gigantesche strisce di coca di Kate Moss, e tutte le informazioni da yellow journalism assimilate tramite le riviste sensazionalistiche, e a guardare all'artista in quanto tale. Abbiamo avuto i vari Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, Kurt Cobain, Slash, Noel e Liam Gallagher, eppure i giovani li hanno erti ad eroi generazionali più che per le loro capacità musicali proprio in virtù di quella vita dissoluta e viziosa che contestano invece a Pete Doherty.
Il musicista ha all'attivo un album da solista, tre con i Libertines e tre con i Babyshambles, oltre a centinaia di demo contenenti anche pezzi inediti, messi a disposizione gratuitamente online.
Sarebbe finalmente ora di prestare ascolto a tutta questa copiosità artistica e non ai pettegolezzi da bar.





(27/06/14)


[¹]fonte: "Pete Doherty, la poetica" in thealbion.wordpress.com, agosto 2009
[²]fonte: "Pete Doherty perde l'aereo, cancellato il concerto di Milano" in rockon.it, Febbraio 2014
[3]fonte: "Doherty live per 100 sterline" in newsic.it, Febbraio 2008



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