03/05/14

EMMA MARRONE rappresenterà l'Italia all'Eurovision 2014, perché?

"Il potere non è un mezzo, è un fine. Non si stabilisce una dittatura nell'intento di salvaguardare una rivoluzione; ma si fa una rivoluzione nell'intento di stabilire una dittatura. Il fine della persecuzione è la persecuzione. Il fine della tortura è la tortura. Il fine del potere è il potere."

 (George Orwell, "1984")

                 

Emma Marrone all'Eurovision 2014: le menzogne e gli indottrinamenti di Maria De Filippi, RTL 102.5, Wikipedia e le case discografiche.     


         L'Eurovision Song Contest, in Italia comunemente chiamato Eurofestival, è una manifestazione musicale nata nel 1956,
cui sono coinvolti gli stati europei, in un clima che vorrebbe essere di partecipazione e allegria, ma di fatto si tratta di una vera e propria competizione con vincitori e vinti.
         Quella di quest'anno è la 59esima edizione e si terrà a Copenaghen. E' stato reso noto che a rappresentare l'Italia sarà Emma Marrone con la canzone "La mia città". E questo è bastato per far piovere polemiche, con tanto di petizione per promuovere la sua esclusione dal concorso, nella quale si legge:

"L’Italia è oggi un paese ricco di artisti meritevoli e capaci, che magari, alla via della popolarità, del successo facile commerciale e dell’apparizione televisiva, hanno preferito quello del lavoro silenzioso, della riservatezza, dello studio. E con tutti questi Artisti di talento eccellente, usciti da talent show oppure no, è VERGOGNOSO che all’Eurovision Song Contest 2014 di Copenaghen venga mandata Emma Marrone, una cantantina commerciale, banale e volgarotta, da quattro anni continuamente vergognosamente imposta mediaticamente e spinta ovunque tramite maneggi, promozioni di ogni tipo, giochi sporchi. Un grosso sistema mediatico e commerciale che è riuscito nel suo intento: quello di lasciar credere al grande pubblico che questo personaggina, così pompata ed esaltata, sia la più talentuosa."

         Appare chiaro come il sole che le parole sovrastanti siano del tutto legittimate dalla realtà dei fatti: la Marrone è senza dubbio la cantante più pompata degli ultimi anni; dal dopo-"Amici" ad oggi le sue comparsate nei canali mediatici d'ogni tipo sono state eccessive e fuori luogo. Qualche esempio? Onnipresente nei programmi Mediaset e soprattutto nella sua ex "casa" di "Amici", in cui ha fatto addirittura da coach ai partecipanti -suoi coetanei- l'anno scorso, probabilmente la cantante più presente negli ultimi anni sulla vendutissima RTL 102.5 insieme ai suoi compari Modà, con cui ha infatti anche partecipato al Festival di Sanremo nel 2011 con l'imbarazzante pezzo "Arriverà", arrivato secondo dietro un ancor più banale e populista brano di Vecchioni. In ultimo, come non citare il pensiero di grande spessore gnoseologico e sociale con cui intervenne nel fu "Annozero", sempre nel 2011? 
         Per farla breve: l'unico talento di Emma Marrone è quello di essersi saputa vendere bene, benissimo. E di sapere urlare bene, benissimo. Su questo non credo si possa essere in disaccordo.

         Ma veniamo alla canzone scelta per la partecipazione all'Eurofestival, "La mia città". Si tratta del primo brano scritto interamente da Emma e dunque non posso fare a meno di chiedermi come mai la sua pagina di Wikipedia inizi definendola con testuali parole: "è una cantautrice e personaggio televisivo italiana". In tre album e un EP ha scritto in tutto due canzoni di dubbio gusto e viene definita "cantautrice"? Riflettiamo su questo perché "bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti", come recita una famosa frase di un film di Nanni Moretti [¹].


         Dopo questa piccola digressione, posso dire di aver ascoltato la canzone e di averla trovata perfettamente in linea con il personaggio di Emma: banale. D'altro canto, per quanto riguarda la produzione dei suoni, si è cercata di avvicinarla a quell'eurodance un po' datato tipico dell'Eurofestival, che nelle strofe ricorda tanto l'ultima Dolcenera. Inoltre, la canzone si conficca in testa dopo un solo ascolto. Tutto questo la rende piuttosto papabile per la vittoria. -E allora? -vi starete chiedendo -dove sta il problema? Il problema è a monte: è proprio necessario cadere in basso solo per un po' di visibilità? Per pavoneggiarci meramente con le altre nazioni europee? O semplicemente dietro queste manifestazioni ci sono delle logiche delle case discografiche che a noi comuni mortali sfuggono? 
         Sappiamo che l'Eurofestival solitamente è la fiera della "tamarraggine" e della cosiddetta musica "mainstream", ma talvolta si sono potute ascoltare canzoni molto belle e di classe, come "Follia d'amore" dell'italianissimo Raphael Gualazzi, per l'occasione inglesizzata in "Madness of Love" che, neanche a dirlo, si classificò seconda nel 2011! In quella circostanza abbiamo avuto la lampante dimostrazione che un vero talento può essere perfettamente in grado di coniugare eleganza, bravura e attitudine pop. 


         La canzone di Emma Marrone è l'esatto contrario di tutto questo. Il videoclip che è stato girato per il brano, poi, è quanto di peggio si possa pensare: la ventinovenne crede di ballare sensualmente ma in realtà si agita, goffa, ridicola, sguaiata, dando un'immagine di sé tutt'altro che bella e voluttuosa. E quando pensi che anche al trash ci sia fine, ti accorgi che non è così: passata la metà video la nostra compare vestita come Lady Gaga nel video di "Paparazzi", in uno scimmiottamento del tutto tragicomico.

         Mi sembra di aver detto tutto. Rivolgo perciò il mio plauso alle case discografiche (n.b.: Emma ha pubblicato tutti e quattro i suoi lavori con la Universal) e a tutte le persone che rendono l'universo musicale italiano così lobbistico e grossolano, cercando di indottrinare generazioni di ragazzine prive ormai di qualsiasi senso critico, grazie a questi personaggi mediocri e di cattivo gusto. 
         Tanto si fa così ovunque, giusto? 


                     (03/05/14)


[¹]fonte: "Palombella rossa", Nanni Moretti, 1989




Potresti apprezzare anche:









Nessun commento:

Posta un commento