13/02/15

Le pagelle di SANREMO 2015 - Terza Serata (Big, Giovani e Ospiti)




La terza serata, dedicata alle cover, scorre molto lentamente, pur regalando qualche bella interpretazione dei grandi classici sanremesi. Ospiti i giovani californiani Saint Motel e la storica band britannica degli anni '80, gli Spandau Ballet.




SEZIONE GIOVANI:



GIOVANNI CACCAMO - "Ritornerò da te". La sensazione è quella di averlo già visto/sentito da qualche parte, comunque la canzone c'è. La musica anche. Mi ha ricordato il Marco Guazzone che qualche anno fa si presentò nella sezione Nuove Proposte di Sanremo con "Guasto", brano che, però, aveva più personalità di "Ritornerò da te". Ad ogni modo, promosso.
VOTO: 6.5


SERENA BRANCALE - "Galleggiare". Il modello dichiarato è quello di Norah Jones. La voce è vellutata, tremolante talvolta per l'emozione e dotata di un'ottima tecnica. Il pezzo si stende su un tappeto jazzato. Sofisticata. Tanto mestiere per Serena, eppure manca qualcosa e ci si annoia.
VOTO: 6


AMARA - "Credo". Qua invece sembra di ascoltare Vecchioni in versione femminile. Amara fa scena con quella voce androgina e particolare, per carità, ma manca qualcosa anche qui. Magari con un'altra canzone...
VOTO: 5.5


RAKELE - "Io non so cos'è l'amore". Nome bimbominkiesco, atteggiamento bimbominkiesco. La voce sarebbe anche carina, se curata. Ma non è questa la strada giusta. Vorrei fare un altro appunto, non me ne vogliano i parenti: credo che i cantanti, che siano anche autori o meno, che siano giovani o meno, debbano riuscire a mettere di fila due parole l'una di seguito all'altra quando parlano. Altrimenti come potranno mai capire e interpretare ciò che gli altri scrivono per loro? O, a maggior ragione, come potranno mai scrivere una canzone tutta da sé?
VOTO: 3






SEZIONE BIG:


RAF - "Rose rosse". Il povero Raf continua ad avere la bronchite e si sente, anche se gli occhi rossi sono spariti. Certo, il paragone con l'originale di Massimo Ranieri risulta impietoso, eppure l'interpretazione moderna di "Rose Rosse" scivola con eleganza, fresca e piacevole.
VOTO: 5.5


IRENE GRANDI - "Se perdo te". Anche stasera Irene Grandi appare a suo agio, misurata nell'interpretazione, ma in questo brano interpretato originariamente da Patti Pravo nel 1967 avremmo voluto che tirasse fuori l'anima rockeuse.
VOTO: 6


MORENO - "Una carezza in un pugno". Non sapendo cantare e non sapendo rappare, Moreno gioca la carta simpatia. Non azzecca una nota neanche per caso, ma incredibilmente appare più credibile in questa veste.
VOTO: 4.5


ANNA TATANGELO - "Dio come ti amo". Esibizione pulitissima che sfocia, talvolta, quasi in sentori neomelodici. Nulla da eccepire, ma non entusiasma.
VOTO: 5


BIGGIO E MANDELLI - "E la vita e la vita". Come se non bastasse già il brano con cui sono in gara, i due Soliti Idioti si presentano con il pezzo più famoso interpretato da Cochi & Renato, qui in chiave un po' swingheggiante. Riescono ad essere più antipatici degli originali. Chapeau!
VOTO: 3


CHIARA - "Il volto della vita". E' una Chiara sempre più libera e disinvolta quella che stiamo ascoltando in questa edizione di Sanremo. Il talento ce l'ha, l'ha sempre avuto, pian piano sta prendendo il volo.
VOTO: 6


NESLI - "Mare mare". La scelta è interessante ma il malinconico brano di Luca Carboni, rivisitato con un sound per metà rockeggiante e per l'altra metà vagamente rappeggiante, funziona in parte. Nesli si sforza addirittura di tirar fuori un timbro graffiante che non gli appartiene. Apprezziamo la dedizione.
VOTO: 5.5


NEK - "Se telefonando". La scelta del brano appare azzeccata e anche l'arrangiamento rumoroso e moderno. Personalmente non mi fa strappare i capelli, ma funziona alla grande. E infatti vince la serata.
VOTO: 6


*Non si capisce se quello sul palco dell'Ariston sia il vero presidente della Sampdoria o un imitatore.*


DEAR JACK - "Io che amo solo te". Le strofe finiscono tutte calanti, ma ci si aspettava di peggio dalla band più modàiola della kermesse.
VOTO: 4


BIANCA ATZEI - "Ciao amore ciao". Bianca Atzei fa la cover di Giusy Ferreri che fa la cover di "Ciao Amore Ciao" di Luigi Tenco. Cover-inception. Al di là di questo, la performance è un completo fallimento di cui, purtroppo, non possiamo salvare niente.
E non basterà rivolgere uno sguardo languido verso la telecamera per convincerci che questa cover non faccia schifo.
VOTO: 0


ALEX BRITTI - "Io mi fermo qui". La sua voce banalizza questo brano dei Dik Dik ma, non contento, Britti lo stona anche. Va bene saper suonare la chitarra, ma se non si riesce a conferire un senso ad una canzone così profondamente malinconica, allora è meglio puntare a qualcos'altro, senza strafare.
VOTO: 1


GRAZIA DI MICHELE E MAURO CORUZZI - "Alghero". Finalmente un po' di trash di qualità! I due si presentano su un cartonato a forma di automobile e si divertono alla grande interpretando questo brano che più estivo e leggero non si può, portato al successo da Giuni Russo nel 1986. Coruzzi si rimette rossetto e parrucca, lasciando il posto al suo alter ego Platinette. L'intonazione fluttua per entrambi, ma sono di certo più simpatici di Biggio e Mandelli.
VOTO: 5



LORENZO FRAGOLA - "Una città per cantare". Si sente che è acerbo, lo si sentiva di più ieri sera, complice l'emozione. Però il ragazzo ci sa fare, pur non avendo una voce roboante. La sua versione di "Una città per cantare", portata al successo in Italia da Ron, funziona bene.
VOTO: 6.5



IL VOLO - "Ancora". Hanno dichiarato che questa è la canzone più bella degli ultimi 30 anni. Insomma, per chi non l'avesse ancora capito, i tre giovinotti hanno 53 anni cadauno. O sono la reincarnazione di Gigi Marzullo. Cantano bene, armonizzano bene, straziano l'anima bene. Più noiosi del solito ma comunque impeccabili nelle loro vesti da karaoke finto lirico.
VOTO: 4




ANNALISA- "Ti sento". Annalisa porta a casa la miglior esibizione della serata, dimostrando le sue eccellenti doti di interprete, ma inspiegabilmente non passa il turno. Al suo posto vengono votati, infatti, i tenorini. Finale mozzafiato per la sua voce che raggiunge note altissime, tale da farle venire le lacrime agli occhi. Annalisa necessita di buoni autori, al rogo Kekko dei Modà. Annalisa, se torni sui tuoi passi, io mi prenoto come autrice per la tua voce meravigliosa!
VOTO: 8


LARA FABIAN - "Sto male". La Fabian porta un suo cavallo di battaglia, "Je suis malade", qui rivisitato in lingua italiana. Ma il risultato generale non convince e l'esibizione non regge neanche il confronto con l'esibizione di Annalisa, esibitasi prima di lei. Inutilmente leziosa.
VOTO: 4


GIANLUCA GRIGNANI - "Vedrai". Grignani sembra davvero metterci del suo in questo brano di Tenco del 1965, dove bellezza e tristezza costituiscono un binomio indissolubile. Possiamo dirlo che è questa la passione e l'intimità che bisognerebbe metterci nell'interpretare una canzone? E possiamo anche dire che, al contempo, Grignani non è il modello da prendere in considerazione per quanto riguarda l'intonazione? Esibizione calda e profonda.
VOTO: 7


NINA ZILLI - "Se bruciasse la città". La solita Nina Zilli, ma in questa versione più sciolta e sensuale del solito. 
VOTO: 6


MALIKA AYANE - "Vivere". Stavolta Malika si toglie la patata dalla gola e canta davvero bene. Allora perché cantare in quel modo artefatto? Qui fa meglio di Vasco Rossi.
VOTO: 7.5


MARCO MASINI: "Sarà per te". Masini sceglie di omaggiare Francesco Nuti con "Sarà per te" (1988) e riesce perfettamente nell'intento. Intensità strabiliante. Molto più convincente e maturo di Nek, si può dire?
VOTO: 8



SPANDAU BALLET - "True", "Through the barricades", "Gold". La voce vellutata e potente di Tony Hadley, il romanticismo languido e potente degli anni '80, la capacità di evocare atmosfere a fior di pelle...non ci sono parole.
Carlo Conti si toglie uno sfizio di gioventù invitandoli all'Ariston e fa bene, perché i nostri sono bravissimi e affabili. Si fanno amare. Vuoi per le indubbie capacità di creare melodie avvolgenti, vuoi perché son riusciti a riportare agli anni '80 anche chi, come me, non li ha mai vissuti se non tramite ricordi di seconda mano, e canzoni, e film, vuoi per la passione e la commozione con cui hanno deciso di dedicare un saluto all'amico Steve Strange, cantante dei Visage, della cui scomparsa avevano avuto notizia poco prima di salire sul palco (e Conti che non sapeva neanche di cosa stessero parlando...). 
Momenti di pura musica.
VOTO: 10



SAINT MOTEL - "My Type". I nerd californiani salgono sul palco all'una meno un quarto, un orario a dir poco folle. Si esibiscono con la loro hit "My type", una hit come ce ne sono state tante in questi anni, però si fa ascoltare molto volentieri. Peccato che non ce l'abbiano fatta ascoltare decentemente; a causa di problemi tecnici, infatti, il microfono del cantante è diventato afono. Carlo Conti non solo non si scusa per l'imprevisto, ma chiede loro "Cosa avete mangiato oggi? Carciofi, pasta, pizza?". Hai dimenticato le lasagne, Carlo.
VOTO: 6

 (13/02/15)



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