28/03/14

Il brit pop e gli Oasis. OASIS - "Definitely Maybe"



"C'è nei sogni, specialmente in quelli generosi, una qualità impulsiva e compromettente che spesso travolge anche coloro che vorrebbero mantenerli confinati nel lembo innocuo della più inerte fantasia." (Alberto Moravia, "L'Avaro")




(1994, Creation Records./ Brit Pop)



         La cosa più difficile da fare con gli Oasis è dimenticarsi di tutti quei ritornelli collosi e di facile presa con cui hanno molestato le nostre orecchie per molti, troppi anni. Perché, se è vero che gli Oasis sono stati orgogliosamente coerenti con la propria politica musicale per tutta la carriera, è vero anche, conseguentemente, che non hanno mai apportato una sola vera novità nei loro brani. Ora, se una formula sempre uguale a se stessa funziona, può funzionare per uno, due, massimo tre album. Non per sette. Perché poi si finisce per diventare caricature di se stessi.

26/03/14

GARBAGE - "Garbage"


(1995, Mushroom Records./ Pop-rock)


Tra sonorità grunge 90's e classici pop senza tempo.




         I Garbage si fanno conoscere nel 1995 con l'omonimo album d'esordio. Il gruppo nasce per opera di Butch Vig, produttore di indubbia bravura ed esperienza, passato alla storia per aver prodotto il celebre "Nevermind" dei Nirvana, ma anche "Gish" e "Siamese Dream" degli Smashing Pumpkins, ed essere tornato alla carica ultimamente con l'egregio "Wasting Lights" dei Foo Fighters.

25/03/14

THE PRETTY RECKLESS - "Going to hell"



(2014, Razor & Tie./ Rock) 



La Momsen diventa una vera riot girl, ma manca la passione.


         Parlando dei Pretty Reckless, potrei mettere da parte l'irrisoria carriera da attrice e modella della cantante e fondatrice della band, la ventenne Taylor Momsen, ma non lo farò, perché si tratta di un dettaglio fondamentale per comprendere al meglio le aspirazioni e le reali intenzioni dei Pretty Reckless e di questa ragazza la quale, volendo entrare nel business musicale, avrebbe potuto crogiolarsi nella sua avvenenza sfornando hit da un mese con il producer o il rapper di turno.

24/03/14

PLACEBO - "Loud Like Love"






















"Io ho fuso in un unico colore di felicità la bellezza del sogno e la realtà della vita." (Fernando Pessoa, "Il libro dell'inquietudine")




(2013, Universal./ Pop-rock)



Una visione diversa di un disco compatto e maturo.


         Ammettiamolo: questa volta i Placebo erano quasi riusciti a gabbarci. Con quel singolone "Too many friends", che si stampa in testa, appiccicoso come non mai, e non ne esce più, ci avevano fatto credere che la strada intrapresa potesse essere quella di un power pop molto, troppo radio-friendly. Non che si tratti di un pezzo sgradevole, anzi, l'anafora "my computer thinks I'm gay" e l'invettiva di Molko contro le amicizie da social network hanno raccolto -legittimamente- consensi in tutto il mondo, ma "Loud Like Love" è un album che ha molto di più da dire.

12/03/14

Genealogia del female pop: l'avanzata di LORDE e BIRDY



"Chi vuol compiere qualcosa d'immenso,/avesse anche partorito un gigante,/riunisca in silenzio e attenzione/il massimo sforzo nel più piccolo punto." 
(Friederich Schiller, "Poesie Filosofiche")




         Se dovessimo classificare il pop femminile odierno per generazioni, otterremmo due filoni; il primo, più stilisticamente variegato, comprende le classi che vanno dal 1984 al 1986, e infatti vi ritroviamo pop star completamente diverse tra loro, come Katy Perry e Lana Del Rey. Il secondo filone, quello più giovane, comprende cantanti nate tra il 1992 e il 1996. All'interno di quest'ultimo filone possiamo individuare due sottogeneri: il puttan-pop tutto twerk, allusioni, falso romanticismo e addii alla Disney capitanato da Miley Cyrus e, d'altro canto, un art-pop maturo e ambizioso ad opera di giovanissime talentuose come Lorde e Birdy, estranee alle volgarità e al gossip.

07/03/14

Che fine hanno fatto i programmi di musica in TV?


Logo del programma TV "Festivalbar"
         Della mia primissima adolescenza conservo un ricordo molto vivido dei programmi musicali indirizzati ad un pubblico "popolare" e giovane, da "Top of the Pops" a "Festivalbar". Il più delle volte la qualità del programma stesso e delle canzoni lasciava a desiderare (nessuno vuole di nuovo vedere i Blue!), ma è innegabile l'impatto sociale che questo genere di programmi, simpatici e leggeri, aveva sul pubblico, adesso invece assetato di talent.