"Cerchiamo un bene che non sia appariscente, ma solido e duraturo, e che abbia una sua bellezza tutta intima: tiriamolo fuori."
(Lucio Anneo Seneca, "De Vita Beata")
(Lucio Anneo Seneca, "De Vita Beata")
In una sola giornata il video
del primo singolo di suor Cristina è arrivato a circa 400mila visualizzazioni
su YouTube. Pardon, sister Cristina.
Eh sì, perché quando la nostra popstar e i suoi nuovi padroni targati Universal (la casa discografica di Emma Marrone, Moreno, Club Dogo e altri fenomeni da baraccone, per citare solo alcuni tra gli italiani) hanno capito che la maggior parte dei connazionali della suorina sono disgustati dall’ipocrisia e dall’arroganza con cui la stessa è balzata all’attenzione dei media, fino a vincere la seconda edizione del talent “The Voice”, hanno ben pensato di catapultarsi nel mercato mondiale, dove il suo finto talento verrà trattato con più tenerezza. Da qui la patetica scelta di intitolare il nuovo album “Sister Cristina”.
Eh sì, perché quando la nostra popstar e i suoi nuovi padroni targati Universal (la casa discografica di Emma Marrone, Moreno, Club Dogo e altri fenomeni da baraccone, per citare solo alcuni tra gli italiani) hanno capito che la maggior parte dei connazionali della suorina sono disgustati dall’ipocrisia e dall’arroganza con cui la stessa è balzata all’attenzione dei media, fino a vincere la seconda edizione del talent “The Voice”, hanno ben pensato di catapultarsi nel mercato mondiale, dove il suo finto talento verrà trattato con più tenerezza. Da qui la patetica scelta di intitolare il nuovo album “Sister Cristina”.
Ripercorriamo brevemente, dunque, la storia di Cristina Scuccia.
Dopo aver tentato la scalata al successo presentandosi invano alle audizioni di
“Amici” e a molti altri provini canori senza abito, Cristina si avvicina al
mondo religioso grazie alla partecipazione ad un musical sulla fondatrice delle
Orsoline della Sacra Famiglia, in occasione del centenario della congregazione.
Ottiene il ruolo da protagonista.
Il resto lo conosciamo fin troppo bene: nel 2014 partecipa a
“The Voice of Italy”, ove sin dalla sua audizione viene immediatamente notata.
Precisiamo che durante le audizioni di “The Voice”, i quattro giudici sono
girati di spalle, perciò non vedono il cantante esibirsi sul palco, ma lo
ascoltano soltanto. Nel caso in cui a qualcuno interessi la voce che stanno
ascoltando, possono premere il pulsante e girarsi dunque verso il concorrente.
E’ proprio qui che risiede il bello del format “The Voice”, ideato da John de
Mol, uno che di programmi televisivi ne capisce. Quantomeno nella scelta dei
concorrenti, infatti, ad essere valutati dovrebbero essere la voce,
l’esibizione canora, l’interpretazione, la preparazione tecnica, l’originalità
timbrica. Non gli abiti, il trucco, l’età, l’aspetto fisico. Che ironia,
nevvero?
Nel nostro caso, suor Cristina Scuccia stava ululando sul palco
la sua versione di “No One” di Alicia Keys quando J-Ax si accorse che il
pubblico stava andando in visibilio per quella cantante e, incuriosito, si
girò. Sì, incuriosito dalla reazione del pubblico che stava vedendo una suora agitarsi
sul palco, non dall’esibizione della ragazza. Così invitò caldamente anche gli
altri giudici a premere il pulsante e girarsi (“schiaccia!!”), innescando una
reazione a catena tra i quattro. Tra l’altro, la versione italiana di “The
Voice” è l’unica in cui i giudici non sono autosufficienti e hanno bisogno di
consultarsi continuamente tra di loro. Ma questo è un altro paio di maniche.
Il tweet di Alicia Keys all'indomani dell'audizione a The Voice di suor Cristina |
Se l’audizione con cui suor
Cristina è entrata a “The Voice” era stata sguaiata, imprecisa e urlata, ancora
peggio è riuscita a fare durante la competizione. Tecnica di canto mediocre e
interpretazioni fredde e grossolane, quando non del tutto piatte e prive di
personalità e mordente. Qua non si tratta di avere pregiudizi, bensì di
giudicare obiettivamente la concorrente di un talent show canoro in cui tutti
gli altri partecipanti erano ben al di sopra di lei. Per chi avesse ancora dei
dubbi, consiglierei l’ascolto della cover di “Livin’ on a prayer”, famoso
singolo dei Bon Jovi, realizzata da suor Cristina durante il suo percorso a
“The Voice”: voce tremolante e spesso calante, pronuncia inglese parecchio
incerta, la suora non riesce neanche a beccare le note alte a meno che non si
metta ad urlare esibendo un vibrato del tutto inadatto alla canzone e
dimostrando di non avere controllo della sua voce. Nel reprise del ritornello stona pure, e non poco.
Eppure, se si trattasse di una mera questione musicale, in fondo
non gliene avremmo fatta una colpa. Il punto è che la suora, oltre a non essere
questo gran talento tanto decantato da J-Ax, media e fanatici del Vaticano, è
anche legnosa sul palco e irritante nei modi di fare. La sera in cui Cristina
ha vinto senza merito “The Voice” contro un eccellente Giacomo Voli il quale temeva, insieme al suo coach Piero Pelù, del fatto che tutto potesse essere già stato
costruito a tavolino, la suora ha preso il microfono e senza un filo di
imbarazzo, ma anzi con grande determinazione, si è autoassolta dal suo ruolo di
religiosa in TV e ha preteso che si recitasse un padre nostro in diretta
televisiva. “Una base per favore”, ha incitato, risoluta, girandosi verso la
regia, prima di attaccare con la preghiera. Recitata in uno Stato laico,
durante uno spettacolo d’intrattenimento davanti a milioni di telespettatori.
Quel che si dice “avere rispetto delle idee altrui”.
Giacomo Voli, secondo classificato di "The Voice of Italy" |
E dire che quel che tutti si aspettavano, anche leggendo i
commenti dei telespettatori sui vari social-network, una volta che la suora
avesse vinto il talent (perché sì, s’era capito dalle audizioni che sarebbe
andata così) sarebbe stato che la stessa cedesse il premio, ossia il contratto
discografico, al secondo classificato. Ma suor Cristina non l’ha fatto. Lei,
che ha sempre detto di non aver fatto tutto questo per sé, per la sua gloria;
lei, che ha sempre professato, invece, di averlo fatto per la gloria di Dio;
lei, che tutti i media hanno dipinto come una timida ragazzina molto umile e
altruista, addirittura intimorita dal successo.
Lei, che nelle prossime settimane uscirà con il suo primo album.
Ma si può invero definire “disco musicale” un album d’esordio
contenente dieci cover e due inediti? Dieci cover. Canzoni altrui.
Ci sono ragazzi che, seppur dedicando l’intera vita alla musica
con non pochi sacrifici, un’occasione del genere non l’avranno mai. Pubblicare
un disco con una casa discografica importante, far conoscere la propria musica.
E suor Cristina protagonista di questo montaggio mediatico frustrante per la
musica e umiliante per gli italiani, nonché privo di solide fondamenta, ci fa
un album di cover! E, come se la beffa non fosse già esorbitante, ad essere
pubblicato come primo singolo è la cover di “Like a virgin” di Madonna. Suor
Cristina dice di aver scelto questo pezzo personalmente, ma puntualizza che il
suo intento non è quello di scandalizzare.
Certo. È per questo che in questi mesi tutti ci eravamo
dimenticati di lei, mentre ora è tornata alla ribalta dei media. Chissà se
Vincenzo Mollica avrà finito i superlativi per i suoi servizi al tg1…
L'articolo "Suor Cristina, più fenomeno commerciale che voce" è stato pubblicato anche sul quotidiano online "Avanti!" a questo link: click.
Potresti apprezzare anche:
AMICI di Maria De Filippi, tutta la verità
Potresti apprezzare anche:
AMICI di Maria De Filippi, tutta la verità
Nessun commento:
Posta un commento