20/04/16

HANA- HANA Ep



"Ciò che conta è comunicare l'indispensabile lasciando perdere tutto il superfluo, ridurre noi stessi a comunicazione essenziale, a segnale luminoso che si muove in una data direzione, abolendo la complessità delle  nostre persone e situazioni ed espressioni facciali, 
lasciandole nella scatola d'ombra che i fari si portano dietro e nascondono.
" (Italo Calvino, "Il viaggiatore notturno")



(2016, Autoproduzione./ Synthpop, elettropop)


Ho pubblicato l'articolo "HANA - HANA Ep" su Ondarock a questo link: click.




Difficile affermare con certezza quale sia la direzione che il pop internazionale ha deciso di intraprendere negli ultimi anni. Certo è che voci e stili come quelli di Lana Del Rey e Lorde hanno lasciato il segno nel panorama pop femminile.
Ne sa qualcosa HANA, al secolo Hana Pestle, cantautrice americana classe 1989, passata dal pop sempliciotto da cameretta a un elettropop minimalista e consapevole.

 Il suo primo singolo, "Clay", è riuscito ad ammaliare tutti, a partire dalla sopracitata Lorde, che ha definito il pezzo "troppo splendente e bello per essere spiegato a parole". E Lorde ci ha effettivamente visto giusto, perché "Clay" è una canzone irresistibile, incentrata sulla vocalità fatata di HANA, che è capace di muoversi con leggiadria su un tappeto di synth essenziale ma non distaccato. "Clay", come le altre canzoni contenute nel suo Ep di debutto, si costruisce lentamente, senza fretta e senza voglia di piacere a tutti i costi.

Eppure, nonostante i pochi elementi su cui si imperniano, i cinque brani contenuti nell'Ep hanno la capacità di catturare immediatamente l'attenzione, colorandosi di ritornelli accattivanti e dettagli chillout, che cullano l'ascoltatore entro un sogno leggero e impalpabile, che sa di vapori estivi e pensieri di vaga malinconia. I primi tre ("Clay", "Avalanche" e "Underwater"), perfettamente costruiti, qualche velleità da classifica ce l'hanno, mentre i due pezzi conclusivi galleggiano incuranti in sognanti sonorità glitchy che faranno sospirare gli amanti del genere.



 Ciò che distingue l'esordio di HANA dalle proposte a lei similari, sbocciate come funghi negli ultimi tempi, è la capacità di andare oltre i ritornelli da classifica e l'impostazione predefinita da talent e, dunque, la ponderata sensibilità che trapela da questi pezzi. E forse anche l'età: con ogni probabilità, se HANA avesse raggiunto qualche anno fa la notorietà di cui sta godendo ora, non sarebbe stata la stessa cosa. Ma HANA è adesso ciò che Halsey avrebbe dovuto essere, quantomeno nei piani dei suoi produttori, e non sarà mai. Il suo elettropop atmosferico non ruberà, dunque, ascoltatori a Melanie Martinez, né a Charli XCX, ma di sicuro sta interessando molto gli amanti di Grimes, sua amica, che l'ha voluta con sé durante l'Art Angels tour e con la quale ha fondato una band chiamata Trashique
Qualcosa si muove oltre le soglie del teenpop.





 (13/04/2016)






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